REST, la proteina che previene l’invecchiamento del cervello
Un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School di Boston ha descritto, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature, il funzionamento di una proteina in grado di inattivare i meccanismi di suicidio cellulare legati allo stress. Questa molecola potrebbe svolgere un importante ruolo protettivo contro lo sviluppo di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la sua scoperta potrebbe aprire le porte a nuove ipotesi di trattamento.
E’ noto che questa proteina, chiamata REST, è attiva per tutta la vita di un individuo con la funzione di prevenire alcuni tipi di cancro, ma sembrava che a livello cerebrale fosse attiva solo durante il periodo prenatale. E’ stato invece notato che essa è estremamente attiva nel cervello di persone anziane non affette da demenza di età compresa tra 76 e 103 anni. Un successivo esame dei livelli di espressione di REST in pazienti affetti da varie forme di demenza ha evidenziato che essi sono significativamente inferiori rispetto ai livelli de coetanei senza deterioramento cognitivo.
Successivi esperimenti su coltura cellulare hanno mostrato che quando i neuroni sono stressati, inviano segnali ai neuroni circostanti, i quali iniziano a sintetizzare la proteina REST nel citoplasma. REST, per esercitare il suo effetto, deve poi spostarsi nel nucleo, dove blocca i geni apoptotici e previene la morte dei neuroni. Nei pazienti con malattia di Alzheimer, l’ingresso della proteina nel nucleo è bloccato da enzimi che la degradano. Questo evento comporta una perdita di funzione e rende i neuroni più suscettibili ai diversi stress tossici.
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