Nutrire il cervello
Anche se il cibo non ha solo un valore nutritivo, ma anche psicologico e sociale, mangiare è un requisito fisico importante. Con lo sviluppo delle Neuroscienze, sono stati individuati i meccanismi molecolari e i centri del sistema nervoso centrale coinvolti, come i neuroni specchio, il sistema limbico e le vie della memoria. La risonanza magnetica funzionale (fRMN) e la ricerca neurobiochimica hanno fornito spiegazioni scientifiche al fenomeno per cui, se ci si guarda allo specchio mentre si mangia o si osserva una persona in sovrappeso, può inibirsi il desiderio di cibo, specialmente quando si tratta del cosiddetto “junk food” (cibo spazzatura). Il meccanismo neurofisiologico su cui si basano queste affermazioni sono i neuroni specchio, i quali vengono attivati quando si osserva un altro soggetto compiere un’azione. Essi sono ben rappresentati nei lobi fronto-parietale e temporale del cervello e permettono di entrare in sintonia con le altre persone, stabilendo un’interazione che è alla base dell’empatia e dell’interazione sociale. Nel rapporto con il cibo è fondamentale il sistema di gratificazione, il “sistema di ricompensa cerebrale” che regola la risposta allo stress attraverso oppiacei, cannabinoidi e il sistema GABAergico. Il rilascio di oppioidi e dopamina causato da determinati alimenti determina l’effetto di dipendenza. Si tratta di un sistema complesso di cui fanno parte il nucleo accumbens e la regione tegmentale ventrale (AVT) che modulano il meccanismo di compensazione regolando la plasticità neuronale. La quantità di dopamina rilasciata è direttamente proporzionale all’appetibilità o al piacere. Si innesca una nuova ricerca di un ricordo emozionale o di una sensazione appagante che ne evochi gli stimoli visivi, olfattivi o gustativi. Questo circolo vizioso di cui fa parte il ciclo della dipendenza è solitamente controllato dalla corteccia prefrontale. L’iperattività di questo circuito innescato da stimoli che evocano ricordi appaganti, soprattutto quelli legati al cibo calorico, sembra essere alla base dell’obesità.
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