Mentire a se stessi per paura di deludere
Non è possibile essere d’accordo su tutto con tutti, e arriva inevitabilmente un momento in cui ti ritrovi a pensarla diversamente rispetto agli altri; e qui puoi scegliere di rimanere fedele ai tuoi principi oppure nascondere ciò che pensi davvero, per amore del quiete vivere o per paura di deludere gli altri.
La domanda più importante da farsi è: vale davvero la pena di mentire a se stessi?
Il rifiuto ci fa paura: ecco perché abbiamo paura di deludere
I “no” ci fanno paura, perché non sappiamo come metabolizzarli. Ad ogni rifiuto ci sentiamo allontanati, sminuiti, emarginati. È come se quel “no” non fosse rivolto all’oggetto della discussione in corso ma a noi stessi, come se fossimo noi ad essere rifiutati.
Il problema è che, nella lingua italiana, “rifiuto” rimanda anche al concetto di “immondizia”; ogni rifiuto pesa molto sulla nostra autostima, ecco perché molti di noi preferiscono mentire a se stessi e rinnegare le proprie idee per evitare di deludere gli altri e sentirsi “scartati”.
La paura del rifiuto ci fa fare molte cose insensate: fare un lavoro che non ci piace, sposare una persona che non si ama, ad esempio.
Si comincia con dei piccoli compromessi e si finisce col rinnegare se stessi. E alla fine, l’unica cosa che ci rimarrà è la consapevolezza di aver vissuto malissimo e più per gli altri che per sé.
Per riuscire ad esporre le proprie idee, col rischio di deludere, senza sentirsi sminuiti per questo, bisogna essere sicuri del proprio valore, avere un’autostima stabile ed equilibrata, riconoscere che la nostra differenza non è una colpa.
Perché è meglio deludere?
Provare a soddisfare gli altri mentendo a te stesso, a lungo termine, significa rifiutare una parte della tua identità, non riconoscere il tuo valore, significa perdersi.
A rinnegare ciò che sei a favore degli altri, non vivi la tua vita ma un’esistenza fatta di bugie ed illusioni per piacere a delle persone che ti apprezzano solo perché rifletti ciò che sono o vorrebbero essere.
Acconsentire a ciò che non ti risuona, ti circondi di persone che sono in contrasto con te e che non potrai fare altro che deludere comunque, ma nello stesso tempo tieni alla larga i tuoi “pari”.
Se basi le tue relazioni su delle fondamenta fragili, non potrai sperare di trovare delle persone sincere e fidate sulle quali contare, perché anche se per un tempo indefinito, nascondi ciò che sei, il tuo corpo tradurrà questo conflitto interiore e si manifesterà attraverso il tuo linguaggio corporeo o non-verbale. Il guaio è che il linguaggio corporeo, ovvero ciò che non dici, conta per un buon 55% sul totale del tuo messaggio (contro un misero 7% del linguaggio verbale, ovvero ciò che dici); ecco perché quando ti capita di avvertire questo conflitto in altre persone, non li accordi la tua fiducia: al livello di pelle, senti che qualcosa non va.
A furia di abbracciare sistemi di pensiero diversi dai tuoi, non riuscirai più a pensare con la tua testa e non capirai più chi sei e cosa vuoi dalla vita.
Essere autentico significa soprattutto rispettare te stesso.
Alla fine dei conti, il problema maggiore che potresti dover affrontare soddisfacendo gli altri con le tue bugie, è quello di mentire a te stesso/a, facendo violenza a ciò che sei, a ciò che conta realmente per te. Significa cancellarti di fronte ad alcune persone che magari non sopporterebbero tutti i tuoi colori, ma è una perdita di tempo.
È meglio essere liberi di essere se stessi con pochi che accettati da tutti ma con le mani legate; dopotutto è una questione di rispetto verso di te e gli altri: se sarai autentico, e non la fotocopia sbiadita di qualcun altro, di sicuro intorno a te ci saranno meno persone ma saranno più sincere, fidate e ti accetteranno per ciò che sei. Completamente.
Tratto da: https://www.eticamente.net/63978/amarsi-significa-anche-accettare-di-deludere-gli-altri.html